In attuazione del Green Deal europeo, del Piano d’azione Ue per l’economia circolare e della Strategia industriale europea, la Strategia europea per tessuti sostenibili e circolari prende in considerazione l’intero ciclo di vita dei prodotti tessili e propone azioni coordinate per cambiare il modo in cui li produciamo e utilizziamo.

Abiti ma non solo
Parlare di tessile non è solo parlare di abiti. Nei capi di abbigliamento e nei mobili, nei dispositivi medici e di protezione, negli edifici e nei veicoli, i prodotti della filiera incrociano quelli di molte filiere diverse. Quest settore dà lavoro a oltre 1,5 milioni di persone in oltre 160 000 imprese in Europa, con un fatturato di 162 miliardi di € nel 2019.

Come spiega la Commissione europea, il consumo europeo di prodotti tessili ha il quarto maggiore impatto sull’ambiente e sui cambiamenti climatici, dopo l’alimentazione, l’alloggio e la mobilità. È il terzo settore per maggiore utilizzo di acqua e suolo e il quinto per l’uso di materie prime primarie e di emissioni di gas a effetto serra.

Tessile circolare
Durabilità, riparabilità, riciclabilità, assenza di sostanze pericolose sono tra le principali caratteristiche richieste dalla Strategia e previste come requisiti di ecoprogettazione dal cosiddetto Regolamento Ecodesign (Ecodesign for Sustainable Products Regulation, ESPR), pubblicato in Gazzetta ufficiale europea il 18 luglio 2024. In attuazione del Regolamento Ecodesign, la Commissione europea si accinge ad approvare degli atti delegati che conterranno le caratteristiche specifiche di progettazione di svariati prodotti: il settore tessile sarà tra i primi ad avere una stringente regolamentazione sui requisiti per una produzione che minimizzi l’impatto.

Negli obiettivi della Commissione europea, i produttori di prodotti tessili dovranno far propri i principi e i modelli bi business fondati sulla circolarità, intervenendo per ridurre al minimo la propria impronta ambientale. “Questi sforzi – afferma l’esecutivo Ue – apriranno nuove opportunità commerciali e rafforzeranno la resilienza del settore”.

Revisione della direttiva quadro sui rifiuti e responsabilità estesa del produttore
La attuale direttiva quadro sui rifiuti obbliga gli Stati membri a garantire la raccolta differenziata dei prodotti tessili a cominciare dal primo gennaio di quest’anno. I rifiuti tessili raccolti saranno destinati al riutilizzo, alla preparazione per il riutilizzo e al riciclaggio.

Novità per il settore arriveranno anche dalla revisione in corso della direttiva. La proposta della Commissione, ora al vaglio di Consiglio e Parlamento, prevede tra l’altro l’istituzione di regimi armonizzati di Responsabilità Estesa del Produttore (EPR), che obbligherebbero i marchi di moda e i produttori tessili a contribuire finanziariamente e organizzativamente ai costi di raccolta e trattamento dei rifiuti tessili. In Italia il ministero dell’Ambiente lavora da tempo ad una bozza di decreto per istituire l’EPR tessili anche nel nostro Paese.

Fonte: Le nuove frontiere della sostenibilità tessile