Negli anni abbiamo capito che le relazioni sociali hanno sempre più bisogno di qualità ambientale e territoriale. Molte devianze nascono e si sviluppano in contesti degradati, dove la presenza dei poteri pubblici è inavvertita: semplicemente perché non c’è.
Il progetto VRgreen elaborato a Verona con il sostegno della Fondazione Cariverona insieme alle Università di Verona e Padova è qualcosa che può aiutare l’importanza di vivere in ambiti urbani poco inquinati.
Inclusione e condivisione di obiettivi sono l’essenza di un approccio democratico fuori dalla burocrazia. Le persone interessate nella progettazione di spazi, servizi, politiche urbane sono soggetti vivi.
A Verona per non fallire si sono posti domande, tipo: com’è lo stato di salute dell’ecosistema cittadino? Ci sono isole di calore ? La superficie fogliata è sufficiente?
A Verona vogliono essere trasversali per rendere pratico e attuabile anche il piano di transizione ecologica cittadino. Vogliamo arrivare alla “identificazione di nuove aree, sia pubbliche che private, che potranno essere destinate alla creazione di spazi verdi, con particolare attenzione alle zone più colpite dall’effetto isola di calore, nonché con una peggiore qualità dell’aria ” dice una nota dell’amministrazione comunale.
La città negli anni ha avuto eventi climatici estremi con precipitazioni intense ed allagamenti in alcune zone
Ora, in quanto progetto partecipato con l’aiuto di due buone Università, deve rappresentare un salto di qualità vero nella ricerca di soluzioni che contrastino i cambiamenti climatici e i danni alla salute pubblica.
Alla Cop28 di Dubai poche idee sono arrivate sinora sul ruolo delle città. Invece è un tema centrale che attraversa le esigenze di ogni cittadino.
Dalle megalopoli occidentali a quelle dei paesi in via di sviluppo i bisogni economici, culturali, sociali, di salute vanno commisurati con l’ambiente esterno. A proteggerlo non si sbaglia mai. A Verona e dappertutto.