Il 2020 di Vestas ha portato a casa grandi soddisfazioni. Nonostante pandemia, blocchi e crisi economica il settore del vento non si è (quasi) mai fermato; e il produttore danese ha chiuso l’anno con un valore del portafoglio ordini aumentato da 34 miliardi di euro a 43 miliardi. “Nel 2020, Vestas ha […] guidato il settore in termini di entrate, raccolta ordini e redditività nonostante l’influenza del COVID-19 sull’intera catena del valore”, ha spiegato il presidente e a.d., Henrik Andersen. “In questo contesto, abbiamo raggiunto più di 17 GW di consegne”, anche grazie a “una crescita dei servizi e la reintegrazione dell’eolico offshore”.
Ed è proprio l’eolico offshore il nuovo “pallino” del gruppo, deciso a conquistare la leadership mondiale nel segmento. A ottobre, la società ha speso 700 milioni di euro per ottenere il pieno controllo dell’unità marittima lanciata nel 2014 con il gruppo giapponese Mitsubishi Heavy Industries. Quest’anno, Andersen spiega che l’obiettivo “sarà quello di integrare completamente le (operazioni) in mare e affrontare le sfide esecutive”.
Il nuovo gigante del mare
Una delle leve nel piano espansionistico è rappresentata ovviamente la tecnologia degli aerogeneratori. Ecco perché la pubblicazione dei risultati aziendali 2020 è stata accompagnata dal lancio della nuova maxi turbina eolica offshore, la V236-15.0 MW. La macchina, in produzione di serie dal 2024, nasce con l’obiettivo di stabilire un nuovo benchmark di settore.
Con un’area spazzata sopra i 43mila metri quadrati – record mondiale – la V236-15.0 MW sposta i confini della generazione eolica a circa 80 GWh l’anno. Un quantitativo sufficiente ad alimentare circa 20.000 famiglie europee con una sola unità. E a far risparmiare più di 38.000 tonnellate di CO2 per elettricità consumata. La gigantesca turbina eolica offshore combina il rotore più grande del settore con la più alta potenza nominale.Inoltre, sottolinea l’azienda, offre un’eccellente produzione a carico parziale, che si traduce in una produzione di energia più stabile e un fattore di capacità superiore al 60 per cento a seconda delle condizioni specifiche del sito.
Fonte: Rinnovabili.it